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Sezione Ufologica Fiorentina

 

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U.F.O.Storia di un nome

 Il termine “UFO” fu coniato dall’Aeronautica Militare statunitense nel 1951 dal capitano Edward J. Ruppelt, esperto pilota di bombardieri nel secondo conflitto mondiale e incaricato a prendere sotto controllo le indagini governative sui “piatti volanti” in qualità di coordinatore del Project Bear, avviato ufficialmente il 27 ottobre 1951. Lo stesso Ruppelt scrive in un suo libro di aver creato il termine UFO al posto di “flying saucer” in quanto quest’ultimo non era molto dignitoso per una terminologia militare. Piatto o disco volante, invece, era la nomenclatura comunemente usata prima di quel periodo per definire ciò che si osservava nei cieli e che possedeva un certo quid di stranezza che negava una valida e logica interpretazione. Tale nomignolo fu usato per la prima volta sulle pagine del Deninson Daily News del 25 gennaio 1878 nell’articolo “Uno strano fenomeno”. Dove appunto si legge: “Dal sig. John Martin, un agricoltore che abita a circa sei miglia a sud di questa cittadina, apprendiamo una strana storia. Martedì mattina, mentre era a caccia, fu attratto da un oggetto scuro, alto nel cielo, in direzione sud. La forma particolare e la velocità con cui l’oggetto sembrava avvicinarsi attirò la sua attenzione e sforzò gli occhi per capire di cosa potesse trattarsi. A prima vista gli appariva delle dimensioni di un’arancia che continuava a ingrandirsi. Dopo un po’ che l’osservava il sig. Martin rimase cieco per averlo guardato troppo a lungo e distolse lo sguardo per un po’ in modo da riposare gli occhi. Concentrandosi di nuovo vide l’oggetto quasi sopra di lui molto aumentato di volume ed estremamente veloce. Quando gli fu sopra notò che aveva la forma di un grande piatto [saucer] e un’evidente elevata velocità. Il sig. Martin pensò che somigliasse, secondo il suo giudizio, a un aerostato. Se ne andò con la stessa rapidità con la quale era arrivato e subito si allontanò dalla vista nel cielo azzurro. Il sig. Martin è una persona estremamente affidabile e se questo strano evento non è riconducibile a un aerostato meriterebbe l’attenzione dei nostri scienziati”.

La stampa tuttavia, a parte questo lontano episodio, ha iniziato a utilizzare comunemente il termine “saucer” solo dal 1947 in poi, aggiungendo l’aggettivazione “flying”. Il nomignolo verrebbe fatto risalire al pilota civile Kenneth Arnold che, dopo un suo avvistamento in volo, lo avrebbe coniato diffondendolo ai reporter che sarebbero giunti ad attenderlo all’aeroporto di Pendleton nell’Oregon dopo il suo precedente scalo a Yakima. In realtà non è stato Arnold a elaborare la parola e non c’era alcun giornalista in attesa all’aeroporto, ma solo piloti e meccanici con cui si soffermò a descrivere i nove oggetti avvistati e subito dopo, nel timore che quegli oggetti potessero essere dei missili russi, cercò di recarsi alla sede locale dell’FBI, che più volte trovò chiusa. Il giorno dopo, non riuscendo a contattare alcun agente federale, decise di recarsi alla sede del giornale locale East Oregonian, dove lo avrebbero sicuramente consigliato su ciò che sarebbe stato più opportuno fare. In tal modo si fece appena in tempo a inserire un trafiletto nel quotidiano e il cronista William Baquette, presente al momento della testimonianza di Arnold, ritenne giusto anche diramare un dispaccio all’Associated Press di Portland ed è lì che inserì l’espressione “nove oggetti a forma di piatti che volavano”. Vari articoli che seguirono alla diffusione del dispaccio ebbero poi per titolo l’espressione “Flying saucer” e tale rimarrà in seguito la dicitura nella storia dell’Ufologia. In realtà Arnold aveva sempre descritto “ oggetti a forma di falce lunare” e usò “saucer” solo per rappresentarne il movimento, che sembrava simile a quello di un piatto lanciato a pelo d’acqua.

L’Ufologia Classica, vale a dire i suoi albori, è quella nata negli Stati Uniti nel 1947 e caratterizzata prevalentemente da avvistamenti da parte di testimoni di alta affidabilità (come per esempio militari e piloti) e che si protrae fino al Rapporto Condon nel 1969. È il periodo in cui si dibatte l’eventuale provenienza extraterrestre degli UFO quali veicoli ad alta tecnologia (Ipotesi Extreterrestre).

Solo dopo, dagli anni ’70 in poi, si assiste alla “smaterializzazione” della macchina UFO, anche in considerazione del fatto che diversi testimoni descrivono avvistamenti di UFO non materiali, di UFO fantasmi che lasciano spazio alla nascita di quella che viene definita Ipotesi Parafisica, in cui l’UFO rappresenterebbe una proiezione tridimensionale di una realtà esistente in uno o più mondi paralleli al nostro.

Infine, dalla fine degli anni ’70 in poi, si assiste alla nascita della Neo Ufologia, che prende due strade diverse e contrapposte.

Da una parte abbiamo quella statunitense, che concentrando gli studi su documenti governativi riservati, resi pubblici dalla Legge sulla Libertà dell’Informazione, rimane sempre legata all’ipotesi ETH e probabilmente ciò è dovuto al fatto che negli Stati Uniti è ben saldo il ricordo dell’accanita politica di mascheramento del fenomeno da parte delle autorità militari.

Inoltre dalla seconda metà degli anni ’80 sorge il fenomeno dei cosiddetti “rivelatori”: personaggi di provenienza militare o governativa che decidono di rivelare fatti o documenti a loro noti in virtù della loro passata attività lavorativa. Si viene così informati di oscuri “patti scellerati” tra il governo e gli ET, di documenti (il Majestic 12) attestanti la formazione di un gruppo di studio di un relitto alieno precipitato, di studi retro-ingegneristici su reperti alieni (quelli nell’Area 51), di autopsie su corpi alieni e via dicendo. Il quadro si arricchisce inoltre dell’esperienze dei presunti rapiti, che si moltiplicano a vista d’occhio. E in simile scenario risulta sempre più difficile, nella pletora di nuovi e sconcertanti dati, distinguere il vero dal falso in ciò che spesso viene detto o mostrato ma non dimostrato in maniera tangibile.

L’altro aspetto della Neo Ufologia è quello che vede il divorzio di una parte dell’Ufologia europea da quella americana, in virtù di una posizione ultracritica nei confronti dell’ipotesi extraterrestre, che viene rinnegata per orientarsi piuttosto verso la cosiddetta Ipotesi Sociopsicologica.

Questa Neo Ufologia europea nasce tra il 1977 e il 1979 con due pubblicazioni di Michel Monnerie, ex ufologo operante nell’analisi di reperti fotografici che risolve la questione UFO con un infortunio percettivo in un quadro sociologico che alimenta tale distorsione. Non esisterebbero per Monnerie i casi “a prova di bomba”. Falsificazioni, mistificazioni, dati insufficienti, inchieste mal condotte, bizzarri ordigni terrestri e fenomeni naturali non ancora conosciuti sarebbero sufficienti a demolire qualsiasi caso apparentemente indistruttibile.

Queste considerazioni trovano un terreno fertile in quell’Europa ufologica già in parte convertita all’ipotesi parafisica, dando luogo alla corrente ufologica denominata Nouvelle Vague, nella quale, adottando un metodo riduzionistico, si passano a revisione critica i casi esistenti rigonfi di leggende urbane e mitologie moderne riconducendo quasi tutto a IFO (Oggetto Volante Identificato), e ciò che non è attualmente riconducibile non si esclude che non possa esserlo in futuro, rispettando un postulato d’indiscernibilità tra UFO e IFO.

Alla logica dei fatti parlare di UFO come di “astronave aliena” o all’opposto come di “fantasticheria popolare” non riesce a dare l’esatta dimensione della corretta ricerca ufologica che si avvale dello studio non tanto dell’oggetto UFO - che rimane tuttora impalpabile - bensì dell’analisi dei rapporti d’avvistamento.

Nel presente volume descriviamo i rapporti riferiti all’arco temporale che va dal 1973 al 1976, nel quale si delineò la grande seconda ondata italiana dopo quella del 1954. Ma prima di addentrarci nei singoli casi cerchiamo di delineare l’aspetto storico-evolutivo dell’Ufologia attraverso l’esposizione dei cosiddetti “progetti governativi” statunitensi sugli oggetti volanti non identificati.

(di Franco Mari, tratto da UFO in Italia IV - Corrado Tedeschi Editore, 2005)

 

 

 

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